Italian Mountain Bike Magazine, TriRide, talks about the first ARMA and STORIA prototype.
“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust
Mi sono sempre chiesto perché la nebbia riesce ad attrarmi in modo così forte. Come mai osservare i contorni indefiniti dei paesaggi o veder svanire i pendii di placide colline in quella leggera foschia riesce a procurarmi così tanti pensieri. Oscar Wilde diceva che la città di Londra abbonda troppo di nebbia e gente seria. Ma se fosse la nebbia a produrre gente seria o la gente seria a produrre la nebbia è difficile a dirsi. Certamente anche la nebbia, così come un tramonto di agosto, ha il suo fascino: offusca la mente e predispone ai sogni.
Questo sogno inizia sui colli Berici, a due passi da Vicenza. Un freddo sabato mattina, un lungo viaggio in treno e, al mio arrivo, la bellezza dei colli Euganei a darmi il benvenuto. Era la prima volta che visitavo queste terre. Un bel posto, nonostante non sia abituato al grigio cielo del nord. Il desiderio di scoprire questa realtà italiana cresceva velocemente. In redazione avevamo deciso di intraprendere questo viaggio per andar a trovare un’azienda le cui radici affondano e sono ben salde nel mondo delle competizioni. Oggi vi portiamo all’interno di Extreme Shox.
Non vi mentiamo dicendo che questa azienda può vantare ben cinquantacinque anni di esperienza nel mondo delle sospensioni. Dall’automobilismo al motociclismo, sia su pista che off road, all’interno dei massimi circuiti delle competizioni internazionali. Un’azienda oggi specializzata nella preparazione delle sospensioni su tracciati come Le Mans e Suzuka, templi della velocità.
Franco Fratton è la vulcanica mente che sta dietro ad Extreme Shox. Ingegnere meccanico e con una specializzazione enciclopedica su ogni tipo di sospensione. Con i suoi progetti hanno corso monoposto come Ferrari, Lotus e Williams. Nel mondiale rally ha lavorato con piloti del calibro di Sebastian Loeb, Carlos Sainz e Didier Auriol. Dalla fondazione della Dynamic Suspension, leader in F1, alla Fox Racing Shox, l’Ing. Fratton è un vero gigante nel panorama delle sospensioni per le competizioni. Alla ricerca delle migliori prestazioni; è questo l’obiettivo di Extreme Shox.
Nella foto in basso Franco Fratton accanto alla Lotus di Mika Hakkinen. Siamo a Phoenix (Stati Uniti), sono gli anni novanta e il mondo della Formula 1 subisce importanti passi avanti nella tecnologia. In quel periodo si correva con sospensioni che permettevano prestazioni fenomenali alle monoposto della massima serie automobilistica. L’Ing. Fratton sviluppava ammortizzatori che permettessero ai piloti di esprimere il massimo potenziale alla guida di quei mostri così difficili da gestire e con oltre 700 cavalli di potenza.
Un periodo molto affascinante quello degli anni novanta in F1. Durante quelle stagioni si svilupparono concetti di sospensioni ed ammortizzatori molto innovativi. Per citarne uno, ad esempio, le sospensioni attive della Williams di Nigel Mansell e progettate dalla coppia Head & Newey, con i quali Fratton lavorava a stretto contatto. La stessa tecnologia che in Formula 1 ha permesso un considerevole aumento di prestazioni arriva anche nella mountain bike. Nel corso degli ultimi anni ad Extreme Shox sono stati progettati due ammortizzatori dedicati al ciclismo off road: Storia e Arma. Due ammortizzatori che già si distinguono nel nome, ma come vedremo anche nelle prestazioni.
La progettazione di queste prodotti ha visto come primo prototipo quello di una Williams F1. Viste le caratteristiche e le dimensioni non era che il miglior modo per iniziare una nuova avventura nel mondo delle sospensioni.
“Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire” Seneca
È molto interessante la filosofia costruttiva che è dietro ad Extreme Shox. La costruzione delle parti di un ammortizzatore avviene in modo quasi maniacale, cercando di rimuovere ogni minima imperfezione meccanica. Ogni dettaglio deve rimanere sotto controllo. La risposta di un ammortizzatore deve essere immediata, ogni asperità deve essere letta, il nemico da battere è il cronometro.
Per vincere la battaglia contro i secondi è necessario conoscere anche i più piccoli nemici da combattere. Isteresi e cavitazione per citarne un paio, ma non solo dato che la tecnologia che si trova all’interno dell’officina di Extreme è qualcosa di molto di più: molto vicino alla chirurgia meccanica.
È interessante approfondire due argomenti molto legati al concetto di sospensione. L’isteresi sono dei ritardi che si creano durante il funzionamento della sospensione e soprattutto interessano il momento di cambio di direzione tra estensione e compressione. In modo più specifico l’isteresi è dipendente dalla frequenza di funzionamento e aumenta con l’aumentare di questa frequenza. Si tratta dunque di un parametro critico quando la sospensione viaggia ad alte frequenze. Come, ad esempio, con ruote da 27.5 pollici. La cavitazione, invece, è il fenomeno che si verifica quando il valore di pressione nella camera in bassa pressione scende sotto lo zero. In questo caso si crea il vuoto; a questo punto nella fase di ritorno l’ammortizzatore non può spingere il fluido tra le valvole ma spinge una mistura di aria ed olio, perdendo pertanto la caratteristica di freno.
Altro fattore molto importante al fine di aumentare la risposta dinamica è il bilanciamento equilibrato delle pressioni interne nelle varie camere dell’ammortizzatore. Questo si ottiene ottimizzando i valori di caduta di pressione tra le varie valvole. A questo punto anche la pressione del serbatoio che dovrebbe essere utilizzata solo per eliminare la possibile cavitazione può essere ridotta al minimo indispensabile. Da ricordare che la pressione nel serbatoio è di fatto una forza che si oppone alla capacità di comprimersi dell’ammortizzatore togliendo di fatto sensibilità al sistema e riducendo il punto di contatto della gomma e dunque il grip.
La valvola di compressione negli ammortizzatori Arma e Storia è di tipo spool. Ha dunque un funzionamento senza nessun tipo di lamella o guarnizione ed ha pertanto la capacità di creare una caduta di pressione istantanea con grandi portate.
Ciò la rende estremamente veloce e con poca dipendenza dalla frequenza riducendo al minimo l’isteresi. L’uso di materiali con masse ridotte e trattamenti superficiali dedicati riducono l’inerzia incrementando la risposta, così come le tenute di tipo aeronautico a bassissima frizione migliorano la scorrevolezza dello stelo che è cromato. Il tutto con una pressione di soli 30psi e senza cavitazione. Il risultato è un ammortizzatore estremamente sensibile.
La valvola inerziale 1WAY separa la regolazione dell’estensione dalla compressione facendo in modo che, regolando l’estensione, non si intervenga come in tutti gli altri ammortizzatori anche sul valore in compressione. Il risultato è un miglioramento percepibile soprattutto della risposta e del controllo indipendente della compressione alle alte e alle basse velocità.
Tutte le valvole dell’Arma e dello Storia lavorano con moto fluido-dinamico di tipo turbolento, anche quella delle basse velocità. In questo modo è possibile rendere l’ammortizzatore poco dipendente dal variare della temperatura.
Le molteplici tecnologie di costruzione dei più performanti ammortizzatori racing sbarca nella mountain bike grazie alla collaborazione tra Franco Fratton e Dave Garland. Garland, ex meccanico di Danny Hart e capo tecnico del Giant Factory Off Road Team, è stata la persona giusta con la quale condividere i progetti EXT. Insieme a lui è stato possibile mettere alla prova gli ammortizzatori Arma e Storia, sui tracciati più impegnativi della World Cup di downhill.
“I liquidi non dovrebbero comprimersi. Almeno così insegnano a scuola…” Franco Fratton
Andiamo adesso a vedere le principali caratteristiche di quello che ad EXT viene indicato come l’ammortizzatore dedicato al mountain biking e all’enduro. Si chiama Storia ed è un’unità mono tubo con serbatoio separato. La struttura di quest’ammortizzatore è fondamentalmente semplice; gli ammortizzatori mono tubo contengono una quantità di olio idraulico, che viene tenuta in pressione da una piccola quantità di gas ad alta pressione. Olio e azoto sono separati da un pistone flottante, che si sposta a seconda delle sollecitazioni imposte dallo stelo e dal pistone ad esso collegato. Quando i link della sospensione trasmettono all’ammortizzatore la sollecitazione ricevuta dalla ruota, lo stelo comincia a comprimere e spostare una certa quantità d’olio attraverso i fori calibrati del pistone principale, smorzando così le oscillazioni della molla. La camera di gas subisce, di conseguenza, delle variazioni di volume che compensano temporaneamente la sollecitazione e lo spostamento più lento dell’olio.
L’ammortizzatore EXT Storia è realizzato in alluminio 7075 T6 e titanio. È possibile intervenire sulla risposta di questo ammortizzatore attraverso tre diverse regolazioni. Una dedicata al ritorno (o rebound) e ben due dedicate alle alte (ben 15 click di regolazione) e basse velocità di compressione (10 click). Il comportamento dell’ammortizzatore EXT Storia è molto lineare per l’intera corsa, ma dispone di un controllo del bottom out davvero sorprendente.
Una delle caratteristiche più interessanti di questo prodotto, soprattutto se paragonato agli altri ammortizzatori oggi presenti sul mercato, è il fatto che lo Storia lavora a pressioni molto basse e dell’ordine di 30/40 psi (normalmente questi valori, per gli altri costruttori, si attestano sui 200psi). Questa caratteristica permette allo Storia di comportarsi in modo molto sensibile, riuscendo a leggere ogni minima asperità.
EXT ARMA – MTB & ENDURO DEDICATED // Caratteristiche Tecniche
Pistone Principale: Ø29 mm
Valvola di Compressione: Ø24 mm: High Flow Valve, Hydrostatic Spool System
Serbatoio Ø28 mm
Stelo Cromato: Ø14 mm
3 regolazioni: Alte e basse velocità di compressione e ritorno
Molla: ultra leggera in acciaio
Costruito in alluminio 7075 T6 e Titanio
Rivestimento: Nickel per basse frizioni e attrito
Lunghezza: 190,5 / 51 mm, 200 / 57 mm, 216 / 63,5 mm e 222 / 70 mm
Peso: 430gr per 222mm di lunghezza
Prezzo al pubblico: 800,00 € (con ben due differenti molle EXT)
Un’altra caratteristica molto interessante di questo ammortizzatore, come dicevamo in precedenza, è il controllo del fine corsa. Viene infatti utilizzato un bumper di soli 6mm di altezza. Normalmente su altri tipi di ammortizzatori, per il controllo del bottom out, si trovano bumper fino a 20mm di altezza. In questo modo sarete sicuri di poter utilizzare tutti i millimetri di corsa a disposizione.
Andiamo ora alle molle. EXT produce molle di elevata qualità costruttiva. Ogni ammortizzatore viene venduto con ben due molle in lega che crescono di ben 25lb alla volta. Da 225lb fino a 500lb. Non si tratta di molle in lega convenzionale.
La molla sembrerebbe un componente molto semplice, ma quando si inizia ad indagare sulle forze che entrano in gioco quando l’ammortizzatore è libero di lavorare ci sono dei fattori che non possono essere trascurati. Le caratteristiche di una molla dipendono essenzialmente dalla lunghezza, dal diametro del filo e dalle caratteristiche del materiale utilizzato.
Per introdurre sul mercato una molla di elevata qualità ad EXT hanno deciso di utilizzare tipologie di materiali e design molto diversi da quelli convenzionali. Il risultato sono delle molle in acciaio che pesano quanto quelle in titanio ma che costano 1/3 e con ottime proprietà di durata e di ammortizzamento. Inoltre queste molle sono trattate termicamente al fine di incrementare le proprietà dei materiali.
Grazie alla disponibilità dell’azienda Extreme Shox e di Nicola Berti abbiamo potuto prendere confidenza con l’EXT Storia. A metterlo alla frusta Tiziano Mammana di Garage Works. Ecco le prime impressioni di guida.
Ogni appassionato di meccanica non può che pensare di vivere un sogno ad occhi aperti una volta entrato dentro l’officina Extreme Shox. Un posto magico, dove la meccanica assume un sapore diverso. L’Ing. Fratton riesce a spiegare nozioni di fluido-dinamica, meccanica e fisica in modo così semplice e diretto. Se tutti i professori di scuola fossero come lui, uscirebbero tante belle teste dalle università italiane. Al nostro arrivo troviamo montato l’EXT Storia sulla Orange Alpine 160 di Nicola Berti (grazie Nicola per avermela fatta assaggiare per questo test; so quanto ognuno tenga alla propria amata). 216 millimetri di interasse e molla da 375lb, questo il setup iniziale per il test del nuovo ammortizzatore. Certamente la scelta di provare lo Storia su una Orange non poteva essere quanto di più azzeccata. Un’architettura sospensiva di questo tipo, monocross ad infulcro avanzato, fa in modo tale che ogni caratteristica dell’ammortizzatore salti subito all’occhio. Un sistema tra i più nervosi, se non il più nervoso, tra le mountain bike. Una bici schietta, sincera, rozza!
Si inizia subito a verificare il Sag e, appena sono salito sulla bici sento un leggero ticchettio ad ogni pompata che crea subito un interrogativo. Cosa è successo? Qualcosa di lento? Una vite del registro ballerina? Poca aria nel serbatoio esterno? Una boccola lenta? Franco Fratton ci guarda, sorride, e assicura che è tutto normale. A produrre il rumore è una sfera di titanio all’interno della cartuccia che funge da valvola inerziale, registrando il variare della direzione della pressione da estensione a compressione, separando quindi le due camere. Praticamente un isolamento perfetto che non permette all’una di influire sull’altra, cosa che invece di solito avviene con i prodotti concorrenti. Anche se potrebbe sembrare strano il ticchettio non è così fastidioso. Su una bici, in discesa, i suoni principali sono sempre gli stessi: il rumore dell’olio delle sospensioni, quello della catena e il suono cupo del copertone che lavora sul terreno e tra le rocce.
La voglia di mettere sotto torchio quest’ammortizzatore inizia a diventare sempre più forte. Il feeling iniziale è quello di avere una sospensione diversa, il ticchettio metallico del titanio, tra il silenzio dell’officina, fa da “smooth indicator”. Partiamo subito per un bel giro sui Berici. Il rosso, il giallo e l’arancione dei colori tipicamente autunnali ci accompagnano durante la risalita. Il trail scelto è ricco di rocce, curve strette, appoggi e salti. Un banco prova perfetto per quest’ammortizzatore. Terminate le ultime regolazioni non resta che iniziare la prima discesa.
Sin dai primi metri si percepisce istantaneamente il fluire dell’olio della sospensione che prende vita ad ogni minima sollecitazione. Un ammortizzatore libero nella sua corsa, ma controllato e nel contempo non sfrenato. Insomma roba che ci stuzzica la scimmia e non poco! Iniziamo a perdere metri di dislivello e, nonostante non conoscessi la bici ed il fondo fosse fangoso e viscido, comincio ad assaggiare questo EXT Storia cercando di carpirne pregi e difetti.
Su un monocross come la Orange viene subito fuori il carattere di un ammortizzatore high level. Non ci sono leveraggi e link a nascondere o a mitigare l’effettivo funzionamento della sospensione. In un paio di salti ho provato volontariamente, cercando di cercando di atterrare con poca tecnica e tanta rigidità su braccia e gambe, di raggiungere il bottom out. Ma i miei sono solo tentativi a vuoto. Lo Storia assorbe tutto in modo terribilmente soffice e progressivo. Ok, sui salti va benone! Tocca adesso scoprirne il funzionamento sullo sconnesso. Il comportamento è immediatamente molto buono, ma con un fondo di nervosismo. Proprio mentre stavo per fermarmi a parlare con i tecnici per chiedergli di lavorare sulla compressione alle alte velocità per provare altre aperture, l’Ing. Fratton mi dice che ha anche un secondo ammortizzatore con un setting più aperto sia in compressione che ritorno. Non ci penso due volte e, vista la curiosita e quelle rocce così viscide e bagnate accetto la veloce sostituzione, conservando la medesima molla da 375lb. Immediatamente avverto la sospensione più libera sia in compressione che di ritorno.
Adesso mangia ancora di più! Provo a spingere sulle gambe, ad abbassarmi, a spostarmi con il corpo verso il retrotreno della Orange per mettere un po’ in crisi l’ammortizzatore. Lui, invece, non fa una piega. Il rumore dell’olio che entra ed esce dal piggy back è musica per le mie orecchie. Una musica che ti porta a volare su un tappeto di rocce appuntite. La voglia di mollare ancora di più sale di metro in metro, di curva in curva. Agisco un po’ sulle regolazioni; lo Storia è un ammortizzatore diverso e scalda nettamente meno. Ho bisogno di usare parametri diversi rispetto a quanto normalmente faccio con altre unità ammortizzanti. Decido di aprire il rebound in estensione e inizio ad innamorarmi seriamente di questo prodotto. Desideravo infatti avere un carro che tornasse più in fretta allo stato di partenza su buche e rocce, massimo grip senza che la bici scalciasse come un cavallo imbizzarrito. Detto così sembrerebbe impossibile, eppure quest’unità ci riesce alla perfezione; copia tutto e non ti regala sorprese indesiderate.
Arriva di nuovo il momento di saltare. Stavolta il pacco arriva, ma senza grossi traumi per fisico e bici. Mi fermo immediatamente e tiro fuori una chiave da 13mm per chiudere la compressione sulle alte velocità di quattro scatti. I click sono metallici, secchi come piace a me. Non sentivo un click così avvertibile dai tempi del motocross! Finalmente! Basta con queste sospensioni da femminucce dai click appena percettibili in silenzio. Per me il click è il click, se deve da sentì!
Appena riparto in discesa ho capito subito di aver ottenuto quello che speravo. I fine corsa rimangono un ricordo, ma allo stesso tempo ho una sospensione morbida in partenza e in fase centrale, ma soprattutto sostenuta sulla parte finale. Tutto merito del lavoro di progettazione che fa in modo che l’olio attraversi le cartucce alla giusta pressione in base alla velocità della sospensione. Per farvi un esempio banale, provate a spingere il pistone di una siringa senza ago piena d’acqua a bassa velocità e subito dopo ad altissima velocità. Vedrete subito quanto incrementa la forza da applicare quando agite ad una velocità più alta.
Questo è il concetto di base sul quale Franco Fratton cerca di far capire l’importanza della fluido-dinamica nel suo ammortizzatore. I suoi progetti sono frutto di calcoli, test, tanta esperienza e materiali sempre più sofisticati. Quest’ammortizzatore è senz’altro un concentrato di tecnologia. Di derivazione motoristica di altissimo livello. Servirebbero pagine su pagine per illustrare tutte le caratteristiche tecniche, meccaniche, fisiche e fluidodinamiche di un prodotto altamente professionale come questo.
Ah dimenticavo; giustamente qualcuno penserà: “…ok, ma sei su una bici da enduro e ci si pedala pure, come va in salita?”
Provata in salita, facendo una prova che con una sospensione a molla è necessaria: chiudere tutta la compressione alle basse velocità e lasciare invariate le altre regolazioni.
Inizio a pedalare sull’asfalto a ritmo elevato, il bobbing (sotto al sedere ho un monocross: il principe del bobbing) è veramente poco (mi ricorda la mia mtb con il propedal attivo). Poi provo in fuori sella e ovviamente le oscillazioni aumentano, ma non in modo fastidioso. In salita provo a spingere sia in piedi che in sella, sia con marce corte che con marce lunghe simulando una pedalata rotonda e il bobbing varia molto in base alla tecnica usata sul momento.
In conclusione desidero affermare di aver trovato, finalmente, un prodotto Made in Italy che ci rende tanto orgogliosi della nostra terra, dei nostri prodotti e della nostra industria meccanica. Senza dover pensare che solo all’estero si trovano prodotti di qualità.
“Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni” Paulo Coelho
Da ogni sogno occorre risvegliarsi, ma scoprire che il sogno appena fatto è pura realtà non può che essere un buon motivo per continuare a sognare ad occhi aperti. Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni. Quello che abbiamo potuto constatare durante questo viaggio ad Extreme Shox è qualcosa che ci rende estremamente fieri di quello che è il Made in Italy.
Extreme Shox è un’azienda fatta da professionisti e guidata da un uomo che è riuscito a fare della sua passione quanto di più grande. Passare delle ore discutendo con lui di ammortizzatori, di fisica, di meccanica è stata un’esperienza fantastica. Gli ammortizzatori EXT sono un gioiello della tecnica, creati per offrire il massimo delle prestazioni e sviluppati sui campi gara. È proprio vero che la creatività è senza dubbio la risorsa umana più importante. Senza creatività non ci sarebbe progresso e ripeteremmo sempre gli stessi schemi. Franco Fratton è un maestro anche in questo: le sue visioni e poi le sue creazioni sono il frutto di decenni di esperienza nel mondo delle sospensioni. Un’esperienza che adesso è sbarcata anche nel mountain biking, ed il mountain biking stesso non potrà che giovarne.